In breve
Se hai rimandato il viaggio in Australia per troppo tempo, pensando che serva almeno un mese di ferie, allora questo è l’itinerario che fa per te.
Il giusto incastro di 15 giorni consente di vedere natura, flora, fauna, coralli, città, arte, mercati, vita locale.
Basta optare per volo + auto a noleggio (in modo da essere pienamente autonomi), seguire le rotte dei voli diretti e ricaricarsi con la varietà degli scenari.
Noi abbiamo fatto: Sydney – Ayers Rock – Melbourne – Adelaide – Kangaroo Island – Cape Tribulation – Cairns – Blue Mountains – Bondi Beach
L’Australia è davvero così costosa?
La premessa è, ovviamente, che il costo complessivo dipende molto dalle scelte di viaggio. Con una buona capacità di adattamento, però, è possibile risparmiare moltissimo, soprattutto grazie al fai-da-te.
Noi abbiamo speso 650€ per il volo da Milano a Sydney, spezzando ogni volo con una sosta di 20 ore a Pechino (ne abbiamo approfittato per vedere la Città proibita e la Grande Muraglia, per fare una doccia e dormire in hotel e per adattarci al fuso orario).
I voli interni sono costati circa 900€ complessivi, ma se abbiamo optato per voli diretti delle compagnie australiane low cost (le migliori del mondo).
Per la notte, abbiamo scelto sempre le camere matrimoniali private con bagno condiviso negli ostelli. È stata la scelta perfetta, non solo per il risparmio ma anche per l’atmosfera frizzante e cosmopolita. Gli ostelli sono ottimi anche per risparmiare sui pasti e molti sono puliti, serviti e confortevoli.
Anziché fare tour organizzati (che partivano da un minimo di 100€ a persona), abbiamo preso auto a noleggio: tutti SUV a prezzi molto più bassi dell’Italia. L’auto a noleggio è un modo perfetto per organizzarsi in piena autonomia e ottimizzare il tempo nonché per scoprire qualche chicca lungo il percorso.
Abbiamo viaggiato con un solo bagaglio a mano a testa (zero bagaglio da stiva): poco peso, niente perdite di tempo per imbarcare il bagaglio, costi ridotti. Abbiamo sempre usato le lavatrici a gettoni degli ostelli prima di ripartire e il bagaglio è sempre stato perfettamente pulito.
PS: siamo passati dal freddo estremo al caldo torrido, ma abbiamo abbigliamento tecnico per ogni clima.
Alla fine, le spese totali per tutto (voli-hotel-auto a noleggio), inclusi gli alberghi e i tour a Pechino, sono state di 2.750,00€ a persona per un totale di 19 giorni (15 in Australia, 2 a Pechino e 2 in volo), nel periodo di Halloween.
Perché andare in Australia?
Le risposte a questa domanda sono tantissime e, come sempre, molto dipende dai gusti.
Per chi, come me, sente il wanderlust dentro, essere dall’altra parte del mondo, sotto un cielo diverso, con colori diversi, sapendo che anche le stelle non sono le stesse, è il paradiso. Alla vista della baia di Sydney ho pianto di felicità e ancora oggi, se ci penso, mi commuovo.
Se non avete la mia stessa ossessione dell’altrove, un ottimo motivo per andare in Australia è respirare l’atmosfera giovane, accogliente e frizzante che si incontra un po’ ovunque. Gli australiani sono rilassati, sorridenti, calmi, aperti a nuove esperienze e nuove amicizie, ed è facile sentirsi a casa e non avere nostalgia.
Se non volete puntare sulle persone, pensate alla natura: in Australia è la natura a comandare e a dettare le leggi a cui l’uomo si adatta. I colori e gli odori sono straordinari proprio perché si cerca sempre di rispettare il pianeta terra, che non a caso qui ha millenni di vita alle spalle.
Se ancora non vi ho convinti, dirò questo: abbracciare un koala vale il viaggio.
La natura in Australia
- Le spiagge
Sarò onesta: non è per le spiagge che mi sarei fatta quelle 23 ore di volo, anche perché a due passi da casa ne ho di magnifiche. Le spiagge però in Australia sono parte del viaggio e hanno una loro identità.
È facile incontrare surfisti a piedi nudi che sfidano le rip current e gli squali, ma è possibile anche incontrare i coccodrilli d’acqua salata o assistere alla passeggiata serale dei pinguini che tornano dalla pesca, nuotare tra i coralli o semplicemente guidare su una strada panoramica che è il più grande monumento ai caduti del mondo.
Le spiagge più belle che abbiamo visto noi sono: Bondy Beach (a Sydney, dove abbiamo anche dormito); Cairns (la porta di accesso alla barriera corallina più grande del mondo); Philip Island (a sud di Melbourne, con la parata dei pinguini); la Great Ocean Road (a Melbourne, strada panoramica mozzafiato); Vivonne Beach (Kangaroo Island, a sud di Adelaide).
- Gli animali
La cosa che più mi resterà nel cuore sono certamente gli animali che ho incontrato in Australia.
Il mio amore eterno va senz’altro ai Koala: morbidi, profumati, abbraccioni, passano gran parte della loro vita a dormire e mangiare, mangiare e dormire, salvo emettere strani versi per l’accoppiamento. Il baby koala attaccato alla mamma è una delle cose più dolci ed “esotiche” che potrete vedere e diventerete dipendenti.
Al secondo posto metto i canguri e i wallaby: non è raro trovarli a saltellare davanti all’auto, soprattutto al tramonto, e i segnali che ricordano di stare attenti a non investirli sono già parte del viaggio. Di canguri ne esistono un’infinità, molto diversi tra loro. Sono certa che avrete visto video di canguri e umani che fanno a pugni o si contendono del cibo. A noi è capitato solo di avvicinarci a loro e vederli allontanarsi, un po’ disturbati dalla nostra presenza. Nei centri faunistici del South Australia e del Queensland potrete dargli da mangiare e toccarli: quelli che crescono a contatto con gli esseri umani sono estremamente socievoli.
Non posso non menzionare il Dingo: un cane selvatico dall’aspetto ingannevolmente dolce. Il Dingo se ha fame attacca l’uomo e non è consigliabile vederlo al di fuori dello zoo. Se non ci credete, rispolverate la VHS di “Un grido nella notte”, film del 1988 con Meryl Streep che interpreta una donna a cui – nella realtà – un dingo ha sottratto un neonato.
Continuiamo con i quokka, che nel nostro itinerario abbiamo visto solo nei centri faunistici: sono piccoli marsupiali dolci e socievoli, che sembra vi sorridano (ma non ci credete, è un sorriso beffardo).
Il diavoletto della Tasmania farà felice chi è cresciuto con il cartone Taz.
Ci sono poi animali che abbiamo visto in altre aree del mondo: i pinguini (Philip Island), i coccodrilli (Cape Tribulation), i leoni marini e le foche (Kangaroo Island), i pappagalli (Great Ocean Road), i delfini (Kangaroo Island), gli squali (che in realtà qui per fortuna non abbiamo incontrato), i pesci tropicali (Cairns).
Ma so già cosa vi state chiedendo: è vero che gli animali australiani sono terribilmente pericolosi?
Se avete parlato dell’Australia con qualche amico che non ci è stato o avete cercato i video su Instagram, sicuramente avrete scoperto che in Australia ci sono ragni e serpenti letali per l’uomo e che incontrarli non è raro. Vi sarete quindi inventati chiromanti per prevedere una morte imminente a migliaia di km da casa.
Ebbene, gli animali velenosi e letali ci sono, è vero, ma non sarà facile incontrarli né essere attaccati da qualcosa di veramente pericoloso.
I ragni – che a Cape Tribulation sono ovunque – sono velenosissimi, ma così piccoli che il loro veleno non potrebbe uccidervi. Anche per i serpenti bisogna fare i dovuti distinguo, perché solo alcuni sono davvero pericolosi … e comunque non ne abbiamo visto nessuno.
I coccodrilli potrebbero decidere di banchettare con voi (non nel senso della convivialità), ma ci sono cartelli ovunque e le zone a rischio sono ben segnalate.
Nella grande barriera corallina c’è il rischio di incontrare le cubo meduse, ma il bagno si fa interamente coperti e si è protetti.
Per gli squali, vi basterà evitare le aree non balneabili e seguire la vecchia regola: se in acqua non c’è nessuno, meglio non entrare.
Noi abbiamo esplorato tantissimo e abbiamo dormito in una capanna nella giungla, senza corrente elettrica, nel buio pesto: i rumori erano tanti, non siamo mai usciti dalla capanna, ma non abbiamo avuto nessun pericolo reale.
- Le città
Le città australiane sono forse la parte meno differente dal nostro mondo: Melbourne ha un’aria un po’ londinese, Sydney ricorda vagamente le grandi città americane, Adelaide è una città universitaria che potrebbe trovarsi ovunque.
Per assaporare al meglio le città, bisogna esplorarne i mercati, le biblioteche, la street art e le piazze.
Le tappe
- Sydney (1° e 2° notte)
Sarà che ho aspettato decenni prima di realizzare quel sogno, ma la vista della baia di Sydney mi ha stretto la gola e ho iniziato a piangere per l’emozione. L’ho vista di sera e mi è venuta incontro per caso, mentre cercavamo un ristorante ancora aperto alle 21. Per questo, Sydney per me è la più bella in assoluto.
Ci si potrebbe stare molti giorni, ma noi ci abbiamo passato le prime due notti e poi l’ultima.
Cosa vedere: la baia l’ho già detto? Allora aggiungo: uno spettacolo al Teatro dell’Opera, da prenotare prima di partire.
Poi la passeggiata da St Mary’s Cathedral – Hyde Park – Royal Botanic Garden (tutto a piedi) – Sydney Tower Eye (la visita richiede complessivamente un giorno, se ci si sofferma ad esplorare le singole attrazioni).
Con il traghetto si raggiunge Taranga Zoo, che regala una prima esperienza – non interattiva – con gli animali australiani e una bellissima vista sul ponte e sull’intera baia.
- Uluru – Ayers Rock (3° notte)
Per raggiungere Uluru si vola per 3 ore da Sydney, attraversando un immenso territorio desertico, con la tipica terra rossa che dona un panorama unico.
Ci si sposta con auto a noleggio, in un caldo torrido che solo il deserto sa regalare.
Qui siamo in luogo sacro per gli aborigeni e la stessa Uluru è un sito sacro, tanto che ora non è più possibile arrampicarvisi né fotografare alcuni punti.
Se volete sentire la storia della lucertola Tatji alla ricerca del suo kali, andate al Visitor centre e prenotate un tour guidato. Comprate una retina per coprire il viso dalle mosche, non ve ne pentirete.
Una delle attrattive principali è osservare Uluru e Kata Tjuta all’alba e al tramonto, quando il colore della roccia cambia per il riflesso del sole. Altra esperienza incredibile è osservare un cielo stellato mai visto, con il buio totale e stelle incredibili.
Per cena, comprate la carne in albergo e cucinatevela da soli al BBQ del giardino: anche questa è Australia.
- Melbourne (con Philip Island e la Great Ocean Road) (4°-5°-6° notte)
Raggiungibile da Ayers Rock con volo diretto, Melbourne è considerata la capitale culturale dell’Australia. Noi non siamo riusciti a coglierne l’anima e non ce ne siamo innamorati, ma è stato un ottimo posto per riposare un po’ (avevamo volato ormai per oltre 30 ore).
Da visitare a Melbourne China Town (i ristoranti cinesi e giapponesi sono ottimi), la Victoria State Library (per vedere gli studenti nel loro mondo), la fantastica street art (non perdete Hosier Lane e il murales di Keith Haring), lo skyline e i ristoranti sul lungo fiume (qui abbiamo mangiato carne di canguro).
Con auto a noleggio, bus o tour organizzati, dedicate un giorno alla Great Ocean Road, il più grande monumento ai caduti del mondo. Le tappe sono tante, ma sono imperdibili il Koala Kafe (dove vedrete i koala in libertà, i pappagalli che vi volano in testa e una bellissima vegetazione), Anglesea Golf Club (un golf club pieno di canguri che saltellano tra i giocatori) e i 12 apostoli (gruppo di faraglioni di pietra calcarea, che ricordano molto l’Algarve). Se avete molti giorni, potete optare anche per notti da trascorrere nelle varie tappe.
Il terzo giorno, pranzo al Victoria Market (dove troverete frutti di mare freschissimi a prezzi stracciati) e pomeriggio a Philip Island, per vedere i leoni marini ma soprattutto i pinguini più piccoli del mondo che rientrano dalla pesca nell’oceano (l’attività va prenotata e conviene arrivare presto per prendere un posto in prima fila).
Consiglio: a Philip Island la parata finirà quando i ristoranti saranno ormai chiusi. Se non volete morire di fame nel lungo tragitto al buio passato a schivare wallaby saltellanti, portatevi un panino. Noi abbiamo trovato, dopo mezz’ora di disperazione, un Mc Donald’s che ci è apparso come un’oasi nel deserto. Ci è sembrato che quelli fossero gli Autogrill della zona, ma poco importa: quando hai davvero fame, tutto è buono.
- Kangaroo Island (7°-8° notte)
Da Melbourne un volo diretto di un’ora porta ad Adelaide, dove con auto a noleggio si raggiunge il (costoso) traghetto per Kangaroo Island.
Qui vedrete la natura e la fauna australiane al massimo splendore: koala e canguri ovunque, delfini, leoni marini, foche, pellicani; spiagge (Vivonne Bay in primis), dune di sabbia (Little Sahara), formazioni di pietra millenarie (Remarkable rocks) e, se siete davvero fortunati, l’aurora australe.
Noi abbiamo dormito nel Discovery Parks, un campeggio immerso nella natura, all’ingresso del parco Flinders Chase, ed è stato stupendo: koala e canguri erano i nostri compagni.
Anche qui, attenzione: il cibo bisogna procacciarlo tra le 10 e le 17, perché dopo quasi tutto chiude e non vorrete cibarvi di erbacce.
Da non perdere, il Wildlife Park, dove potrete vivere l’esperienza di abbracciare un koala (a patto di garantirvi un posto all’apertura). Anche qui, quando penso al mio abbraccio con il Koala non posso fare a meno di piangere.
- Adelaide (9°-10°- notte)
Abbiamo scelto Adelaide come punto di contatto per Kangaroo Island e ci abbiamo passato 2 notti solo perché ci siamo arrivati molto tardi e siamo ripartiti con un volo delle 6 (l’unico a prezzi decenti).
Adelaide però ci ha conquistati: piena di universitari e di locali, con un bellissimo centro commerciale a cielo aperto, un ottimo mercato e un museo di cultura aborigena molto interessante. Da Adelaide si parte per le degustazioni di vino nelle vicine colline (bus o auto a noleggio), da prenotare con anticipo.
Abbiamo dormito in un albergo che aveva alla base un pub e questo ci ha consentito di godere della vita locale, con i clienti abituali che bevevano birra guardando le partite in TV, e di bere senza perdere la patente.
- Cape Tribulation (11° notte)
Dormire nella foresta pluviale più antica del mondo, in una capanna di legno e tela, senza elettricità se non per pochissime ore al giorno, non è per tutti…ma è decisamente il nostro stile.
Qualche accorgimento col cibo (non bisogna mai lasciarlo incustodito o arrivano animali di ogni tipo) e una buona torcia aiutano a vincere la paura. Abbiamo partecipato a un’escursione notturna, al buio, alla scoperta degli animali (forse è meglio dire insetti) e degli alberi di questo luogo ancestrale. La nostra guida, un aborigeno, ha saputo scovare infiniti tesori con una vista invidiabile.
A un certo punto, nel buio della foresta, con gli alberi che mi sembravano tutti uguali e il camping chissà dove, ho avuto un senso di smarrimento estremo…poi ho intravisto segni di alluminio che la guida aveva posto per creare il percorso e mi sono tranquillizzata. Una notte in tenda va bene, ma una notte in mezzo alla foresta non credo che l’avrei superata.
Nel pomeriggio, per combattere il caldo eccessivo, abbiamo fatto un bagno nel fiume, seguendo i punti privi di coccodrilli indicati nella mappa. La mattina dopo, abbiamo partecipato a un’escursione in barca alla ricerca dei coccodrilli, rilassati nelle altre piscine naturali da loro predilette (dove non è assolutamente consigliato addentrarsi a piedi).
Guidando verso Cairns, ci siamo fermati al kuranda Koaka Garden, dove abbiamo accarezzato per l’ultima volta un koala e lo abbiamo visto nell’atto del corteggiamento. Il villaggio hippie della zona è interessante ma non entusiasmante.
- Cairns (12°-13° notte)
Cairns è la porta di accesso alla Grande Barriera Corallina, la più grande del mondo, l’unica che si vede dallo spazio … anche se di certo non la più bella mai vista (niente di paragonabile alle Filippine o alle Maldive).
Cairns è stata la parte finale della vacanza, perché ha l’atmosfera classica dei posti di mare: rilassante, piena di servizi, con piscine in ogni ostello e comitive di giovani che ammazzano il tempo.
Oltre ad aver prenotato un’escursione di mezza giornata per la Great Coral Reef (due ore di navigazione veloce e due ore di nuoto, 100 € a testa inclusa la mutina, obbligatoria) e aver fatto il bagno nella piscina con sabbia che sta sul lungomare (nel mare, vicino alla riva, ci sono i coccodrilli), abbiamo cucinato la carne usando i BBQ pubblici del parco. Anche questa è stata una vera esperienza australiana, con i vicini a prestarci tutto ciò che ci mancava e a regalarci un po’ di cibo: quella condivisione che solo le grigliate sanno creare, quando si diventa subito famiglia intorno a una tavola.
A Cairns abbiamo trovato un ostello bellissimo, con giardino e piscina, dove abbiamo pranzato e cenato come se fossimo nella nostra casa al mare.
Un luogo di vero relax.
- Ritorno a Sydney: Bondi Beach e Blue Mountains (14° notte)
Da Cairns abbiamo – a malincuore – ripreso un volo per Sydney, per passarci l’ultima notte.
Abbiamo dormito a Bondi Beach e abbiamo fatto colazione tra surfisti e yogi a piedi nudi, parlando praticamente con tutta la gente del bar. La spiaggia era piena di persone di ogni età che facevano sport, anche se nessuno faceva il bagno.
Con la macchina abbiamo guidato fino alle Blue Mountain, un gruppo di montagne che sono avvolte in un’aurea bluastra, a causa degli oli sprigionati dai tantissimi alberi di eucalipto.
Un’esperienza adrenalinica con la ferrovia più ripida del mondo (la Scenic Railway) e la sfida alle vertigini con la Scenic Skyway (sospesa nella valle a 270 metri di altezza), le foto alle Three Sisters, un giro a Katoomba street e un pranzo in uno dei tantissimi ristoranti cinesi.
In pochi giorni, ci abbiamo piazzato pure la montagna!
Tornati a Sydney attraverso lo scenografico Harbour Bridge, ci siamo diretti al Teatro dell’Opera per prendere una pallina di Natale che avevo visto la prima sera (con il negozio chiuso). Al nostro arrivo (30 minuti di traffico e 10 dollari di parcheggio), la pallina era sold out.
Non restava che sedersi con i locals a bere una birra vista baia, ascoltandoli raccontarsi la giornata passata al lavoro e ridere con leggerezza.
Dopo, il triste, tristissimo ritorno in aeroporto e un ultimo pianto di nostalgia.
Vi ho convinti?
In 15 giorni ho visto Northern Territory, South Australia, Queensland, New South Wales e Victoria. Ho visto tutto quello che volevo vedere e ho vissuto ogni minuto con grandissima felicità.
Lo so, è stato solo un minuscolo assaggio, ma già trovare queste ferie ha richiesto un’organizzazione di mesi. Se potessi, andrei a vivere in Australia per un anno almeno, per vederla bene.
Per ora, mi auguro solo di tornarci.
Il rientro è stato duro: i ricordi erano troppo forti e il passaggio dalla primavera all’autunno inoltrato (dalle giornate lunghe a quelle brevi, dal caldo crescente al freddo umido) è stato pesante. Se ancora adesso mi manca tanto, vuol dire che ne è valsa davvero la pena.
See you soon, Australia.